Manifestazione conclusiva del I ° centenario
della Provincia Cappuccina di Puglia
Scorrano 14-21 febbraio 2009

Il 14 febbraio 2009, presso il Convento di Scorrano, è stata inaugurata l’ultima tappa della mostra fotografico-documentale, a chiusura del ciclo di manifestazioni organizzate per celebrare il Centenario della rifondazione della Provincia Cappuccina di Puglia.
Queste hanno preso avvio il 18 ottobre 2008 ma a settembre, proprio a  Scorrano erano state precedute da un prologo molto significativo dal punto di vista simbolico. Nella piazzetta antistante al convento, è stata posta una lapide a ricordo del fatto che il Convento di Scorrano fu il primo a tornare di proprietà dei Cappuccini in tutto il territorio di quella che oggi risulta essere la Provincia Cappuccina di Puglia: la riacquisizione, dopo i provvedimenti di soppressione degli Ordini Religiosi del 1866, avvenne nel 1884 e questo Convento rimase l’unico di proprietà dei Cappuccini fino agli inizi del 1900.

In virtù di questo ruolo storico, possiamo assegnare un valore simbolico anche alla manifestazione d’apertura dell’ultimo appuntamento con la mostra itinerante, dal momento che la chiusura dei festeggiamenti per il Centenario della Provincia si tiene nel luogo grazie anche al quale questi cento anni hanno potuto cominciare a concretizzarsi.
Durante la cerimonia d’apertura della mostra, svoltasi nel pomeriggio di sabato 14 febbraio, presso la Chiesa del Convento, sotto il patrocinio della Amministrazione
Comunale, il Sindaco Mario Pendinelli, nel porgere il suo saluto ai presenti, si è reso interprete dei sentimenti dell’intera cittadinanza, palesando al Ministro Provinciale, Fra Francesco Neri, il forte attaccamento e l’affetto del popolo scorranese nei confronti dei Frati Cappuccini.

Egli ha inoltre dichiarato la piena disponibilità della Amministrazione Comunale a contribuire fattivamente per la realizzazione, presso il Convento di Scorrano, di un sito museale della Provincia Cappuccina di Puglia.
 Questa idea, già espressa in modo informale in altra occasione da Fra Francesco Neri, è stata da lui ufficializzata in questa circostanza come progetto attorno al quale è necessario convogliare e coagulare tutte le energie utili alla sua realizzazione, per far sì che un patrimonio culturale non vada disperso e diventi invece un bene fruibile ed una possibile risorsa, sia per i Cappuccini che per la stessa comunità civile.
 Nel suo intervento ha poi tratteggiato in modo sapiente e piacevole la figura ed il ruolo storicamente ricoperto dai Cappuccini nella Chiesa e nella società,  per terminare infine con il rendere partecipe l’uditorio  delle sue speranze sul futuro della Provincia Cappuccina di Puglia.
A seguire, chi scrive ha intrattenuto i presenti  sulla storia e sui passaggi evolutivi compiuti dall’Ordine Francescano Secolare, nell’arco temporale di questi ultimi cento anni, dal punto di vista prettamente istituzionale. Agli aspetti ed alle circostanze storiche generali, hanno fatto seguito le notizie e le osservazioni sulle vicende locali riguardanti la Provincia Cappuccina di Puglia. Per rendere meglio fruibile il contenuto della relazione si è provveduto ad una presentazione in PowerPoint che, attraverso l’utilizzo di diapositive animate e ricche di colori, ha contribuito a mantenere desta l’attenzione e vivo l’interesse su una ricostruzione storica necessariamente affidata a date e documenti più che alla aneddotica.

Come ho sottolineato anche all’inizio del mio intervento, parlare di Terz’Ordine Francescano nell’ambito di una manifestazione dedicata alla celebrazione di un centenario riguardante il I° Ordine, non era nel nostro caso un argomento fuori contesto. La spiegazione, come ormai da più tempo andiamo dicendo, la si può trovare in una attenta rilettura della storia degli anni che seguirono alla soppressione degli Ordini Religiosi sancita con il Regio Decreto del 1866.

 Rivisitando la poca documentazione esistente e rileggendo la stampa francescana del tempo (v. Annali Francescani dei Cappuccini di Milano) si ha modo di maturare la convinzione che, una volta scacciati dai Conventi, i frati che maggiormente ebbero a cuore le sorti del loro Ordine di appartenenza individuarono nel Terz’Ordine uno strumento valido attraverso il quale continuare a svolgere apostolato e ricostruire ciò che era stato minato alle fondamenta. Questo è avvenuto anche nel nostro territorio dove, come è stato evidenziato nella relazione, se i frati hanno potuto ricostruire la Provincia Cappuccina di Puglia, al pari di quanto è accaduto per le altre Province Cappuccine presenti sul suolo Italiano, molto lo si deve  al sostegno morale e materiale che essi hanno ricevuto da quello che un tempo veniva chiamato Terz’Ordine Francescano e che oggi corrisponde all’Ordine Francescano Secolare.
Il convegno si è concluso con l’intervento della Dott.ssa Rosa Anna Savoia, Direttrice dell’Archivio di Stato di Brindisi, diretto ad illustrare le varie sezioni della mostra ed a fornire le giuste chiavi di lettura storico-ambientali del ricco contenuto espositivo. A lei, appartenente alla fraternità O F S di Brindisi, che è stata curatrice della stessa mostra, nonché dei due Convegni storici, di Lecce e Bari, organizzati per celebrare il Centenario della rifondazione della Provincia Cappuccina di Puglia, va tutta la riconoscenza della famiglia francescana per l’ottima riuscita dei festeggiamenti, sia dal punto di vista organizzativo che dei contenuti culturali espressi.

Volendo esprimere un pensiero conclusivo, che dia un senso alla rivisitazione di questi cento anni di storia della vicenda dei Cappuccini di Puglia, possiamo senza dubbio affermare che per tutti noi che ci riconosciamo seguaci di Francesco d’Assisi, emerge un preciso insegnamento, valido sia per i francescani laici che per i religiosi del primo Ordine. Una indicazione da accogliere e perseguire, quanto più siamo convinti di attraversare momenti difficili per il futuro dell’una e dell’altra istituzione. Questi cento anni di storia ci dicono, prima d’ogni altra cosa, che l’aiuto più sincero, prezioso ed efficace, lo si può trovare solo all’interno della propria cerchia familiare: indirizzarsi altrove equivarrebbe a preferire le ristrettezze, pur di non coltivare e raccogliere i frutti del proprio giardino o, quantomeno, rinunciare alla propria identità, al proprio carisma e retroterra culturale di provenienza, sostituendoli con forme espressive e punti di riferimento che non ci appartengono e non sappiamo dove conducono.

Sebastiano Giampà, terziario francescano